|
Marò, una vicenda scabrosa Dispiace ed addolora la
condizione precaria in cui si trovino ancora i due
fucilieri di marina La Torre e Girone, e dispiace, ovviamente, per le
inevitabili e conseguenti ricadute che vi sono sull’immagine ed il prestigio
internazionale dell’Italia. L’incidente avvenuto a ridosso delle acque
indiane, costato la vita a due pescatori di quel Paese, è stato correlato da una infinita sequela di errori, tali da portare all’attuale
stallo deleterio, per cui i marò non sono stati processati e nemmeno
rimandati a casa. Il governo Monti non ha saputo inquadrare la vicenda nel
suo esatto contesto e si è mostrato incapace di gestirla, andando in contro
ad uno smacco clamoroso. Renzi, che si era assunto
ogni responsabilità a riguardo, ora nel caso di un fallimento, rischia di
perdere la faccia e con lui quella della nostra politica estera. Purtroppo le
recenti dichiarazioni del ministro Pinotti lasciano trasparire uno stato di
esasperazione e non certo di determinazione. Possibile che il governo
italiano abbia creduto alle eventuali rassicurazioni provenienti da New Delhi
nei confronti dei nostri militari? Evidentemente si ignora l’autonomia della
giustizia indiana e la convinzione sussistente dell’opinione pubblica di quel
paese per cui i nostri militari non siano innocenti.
Riusciti a far rientrare il marinaio La Torre per gravi motivi di salute, era
follemente ottimistico pensare che a breve l’India avrebbe congedato per le
feste anche Girone. Affermare, come ha fatto il ministro Pinotti, che La
Torre non tornerà in India alla data richiesta, metà gennaio, rappresenta più
che una presa di posizione orgogliosa, un rischio molto serio per il
commilitare rimasto là. A questo punto, capiamo le esigenze di tutelare la
salute di La Torre, non anche le aspettative
dell’altro marò, per cui non è il caso di arrivare ad una prova di forza che
sarebbe persa in partenza. Potevamo trattenere i marò
quando erano entrambi in Italia e non lo abbiamo fatto. A questo punto
resta solo la possibilità come sembra abbia suggerito il nuovo legale assunto
dal Governo italiano, di adire l’arbitrato internazionale, che dovrebbe
essere accelerato per evitare danni ulteriore ai
nostri ragazzi, al governo ed al Paese. Sollecitiamo il Governo a concentrare
tutte le energie sul perseguimento di questo obiettivo, e non pensare ad
impossibili prove di forza e rivalse. Roma, 17 dicembre 2014 |
|